Paolo Canciani -Il mio primo elzeviro

by | Jul 24, 2021 | PAOLO CANCIANI | 0 comments

Il mio primo elzeviro
Ed eccomi qua su “Il cittadinoitaliano.com” !  Quando l’amico-editore Vittorio Coco mi ha invitato a farvi parte ho accettato subito e con entusiasmo – in fondo e’ la mia professione mi son detto, – ma poi, di fronte al computer mille dubbi mi hanno assalito. Si’, va bene, e’ una vita che scrivo testi per giornali, radio e televisioni ma questa e’ la prima avventura su un “social network” ed i dubbi sono diventati una valanga!
 A chi mi rivolgo, per chi devo scrivere?
E capisco che qualcuno potrebbe si’ leggermi dalla mia Toronto o dalla Calgary dove vive Vittorio, ma anche – che ne so – da New York o Buenos Aires, Roma o Francoforte. E allora, tra dubbi ed incertezze, ho deciso si’ di parlarvi del “Canada” ma in modo “globale”, cioe’ senza confini e barriere – ne’ citta’ o provincie, ne’ per uomini o donne, ne’ per giovani od anziani, bensi’ per…tutti! E questa colonna settimanale sarete proprio voi a farla, con le “vostre” notizie che parleranno del Canada degli italo-canadesi e che spero potranno interessare veramente tutti anche se ci leggeranno da
Timbuctu’!
Ieri , per esempio, ho saputo che anche a Montreal c’e’ stato un “campo di concentramento” riservato agli italo-canadesi. L’ho saputo grazie a Steve Vecera che mi ha scritto che durante la seconda guerra mondiale, l’Île Sainte-Hélène, lo storico forte britannico che oggi ospita lo Stewart Museum di Montreal è stato un campo di internamento per 400 italiani che vivevano e lavoravano nel Quebec. Nei mesi estivi, gli internati venivano costretti a fare giardinaggio a Round Island, che ora è la sede del parco divertimenti La Ronde
Dopo forti nevicate invece venivano scortati in città sotto stretta sorveglianza per aiutare a liberare le strade dalla neve. Gli stessi abitanti di Montreal spesso si sentivano dispiaciuti per loro e offrivano regali come sigarette, cibo e qualcosa da bere.Il tutto mentre dal ponte Jacques-Cartier, le guardie militari osservavano ogni movimento dei detenuti.Il governo canadese ribattezzò il forte, che risale all’epoca coloniale britannica, Campo 43. L’Italia si arrese alle forze alleate nel 1943 e il campo chiuse il 1 ° novembre di quell’anno.La seconda notizia che voglio condividere con voi me la fornisce invece un collega, il giornalista sportivo Renato Favretto, addirittura da Pordenone e riguarda il calcio. Il primo calciatore di origine italiana a vestire la maglia della nazionale canadese e’ stato tale Graziano Franzon, oggi 94enne, di Azzano Decimo (Pordenone). Per parlare di lui dobbiamo spostarci in British Columbia, nella piccola cittadina di Trail (7.709 abitanti secondo Statistics Canada). Trail e’ conosciuta come la “cittadina italiana” per antonomasia del Canada dove attualmente vivono ben 1320 persone di origine italiana, quasi il 20% dell’intera popolazione. Trail e’ situata sul fiume Columbia a 10 chilometri dal confine con gli Stati Uniti. Da questa cittadina in origine abitata per la meta’ da nostri connazionali (i primi furono Isacco e Caterina Giorgetti arrivati nel 1895) sono nati diversi “italiani famosi” come i giocatori di hockey Cesare Maniago e Steve Tambellini, il sindacalista e presidente del “Canadian Labour Congress” Ken Georgetti, l’architetto di Expo ’86 Bruno Freschi o il commentatore televisivo per TSN Ray Ferraro. Trail ha inoltre avuto diversi sindaci italiani uno dei quali e’ stato Sandy Sartori poi diventato Ministro nel Governo Provinciale. Tornando a Graziano Franzon, egli e’ nato il 1 novembre del 1926 e dal 10 settembre al 7 ottobre del 1960 venne inserito nella nazionale canadese, formata la maggior parte da calciatori provenienti dal British Columbia, Vancouver e Trial stessa, che prese parte ad una tournee giocando quattro partite in Ukraina, Russia, Scozia ed Inghilterra.E chiudo questo mio primo appuntamento con voi con una “chicca” fornitami proprio ora dal Governatore della regione Campania De Luca -abituato ad esternazioni spassosissime – che se la prende con il collega della regione Veneto Zaia , per il problema relativo all’acquisto dei vaccini anti-Covid 19 ! De Luca dice: “e’ una bestialita’ che qualche mio collega del Veneto ha proposto di acquistare vaccini tramite intermediari. Mi permetto di osservare che i vaccini sono un prodotto un po’ diverso dalla….grappa barricata!”. Pronta la risposta di Zaia: “come i baba’ con il rum”. Solo per farvi sorridere in tempi di lockdown……